CENT61 | LIVING CORRIERE

CENTO61, IL NUOVO VOLTO DI UN LOCALE CULT DI PALERMO (CHE CONTINUA A PIACERE AI PALERMITANI)

I giovani architetti di Studio DiDea firmano un restyling contemporaneo nella Palermo liberty che utilizza il lessico cittadino e lo rielabora con uno sguardo rivolto al futuro

Il bistrot Cento61 – Josper Bar a Palermo è un esempio di architettura contemporanea frutto delle migliori energie della città. Il locale chiuso nel 2006 dopo una gloriosa parabola, oggi riapre grazie all’intraprendenza di due imprenditori e alla creatività dello Studio DiDea (e dei suoi architetti Nicola Giuseppe Andò, Emanuela Di Gaetano, Giuseppe De Lisi, Alfonso Riccio) che ha conferito un volto nuovo ai suoi ambienti.

Il Cento61 si trova nel seminterrato dell’edificio primi 900 dove nacque la scrittrice Natalia Levi Ginzburg, e l’occasione è ghiotta per contestualizzare l’operato di Studio DiDea con un “lessico familiare”ai palermitani.

Per cominciare, il ristorante a Palermo sorge al civico 161 di un viale centralissimo, un boulevard quasi francese costellato da alti platani ed edifici liberty, salotto elitario dell’alta borghesia. Il nome sarebbe “viale della Libertà”, ma guai a chiamarlo così: per gli autoctoni è semplicemente “via Libertà”, quasi a ribadire che questa strada è donna come l’iconica statua a un’estremità del corso. Rappresenta la Vittoria Alata, ma anche il monumento ai caduti della Prima Guerra mondiale. Per i cittadini è semplicemente “La statua”, o La statua della libertà”: in un segretissimo e unilaterale gemellaggio con New York.

Affratellamento ironico, sì, ma che ha del vero: perché Palermo , capitale della cultura 2018, è un vero melting pot di etnie, odori e sapori. E il suo esotismo si respira ovunque, anche nel giardino del ristorante Cento61, che si snoda intorno a una palma Cycas centenaria: pianta giapponese che giunge in Europa a fine 700, indovinate come? Transitando proprio dall’Orto Botanico di Palermo.

Come ha spiegato lo studio DiDea, “la sfida progettuale è stata trasformare il seminterrato (130 metri quadrati a un metro e mezzo sotto il livello della strada) in un spazio arioso, valorizzando il giardino e scegliendo finiture e materiali che ne amplificassero la luminosità interna”.

Gli esterni del locale sono stati articolati su due livelli: uno al piano stradale che opera come una sorta di balcone con alti sgabelli in metallo e “sportelli apribili”. Da qui si scende al livello inferiore dalle gradinate in legno, dove l’area è scandita da tavolini in metallo e ampie sedute.

Dal giardino si accede agli interni. Uno dei letimotiv del progetto è l’utilizzo del metallo verniciato bianco. Questo è declinato come rete a maglia stretta o come intelaiatura, e conferisce echi industriali e luminosità ai diversi ambienti.

Si alterna a pannelli in legno rovere, a lastre in marmo di Calacatta, agli inserimenti in blu Niagara, “creando – si legge nella nota – “una geometria di colori pieni e materiali caldi che rende vivido l’interno del locale; le tinte giallo e azzurro acide delle sedute, alternate al blu cobalto dei divanetti accendono ulteriormente l’ambiente”.

Altro motivo ricorrente è l’impiego decorativo del verde: oltre alla Cycas all’esterno, dentro ritroviamo molte piante come il Filodendro, l’Hederina, il Ficus rampicante, tutte sistemate in vasi cubici, poggiate sulle strutture a parete o sospese alle strutture a soffitto. “Il verde ci ha permesso di arricchire il progetto degli interni di un elemento naturale e vivente, che sottolineasse la continuità tra esterno ed interno, e inoltre facilmente gestibile dato un particolare sistema di lampade a led che vengono accese di notte e favoriscono la crescita delle piante”.

Il progetto di illuminazione consiste infatti in due striscie di luce led continua e “dimmerabile”, posizionate dietro la rete metallica, che ne aiuta la diffusione; altri punti luce in ogni stanza sono le lampade a sospensione in ottone di Flos.

Non meno esotizzante il menù, dove incontriamo ricette come il pane di carruba con crema di avocado e gambero rosso di Mazara del Vallo. Insomma, il bistrot 161 è un locale di design a Palermo che rivisita, con estrema contemporaneità, elementi profondi dell’identità cittadina, rilanciandola decisamente verso il futuro.

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